Sappiamo tutti cosa vuol dire essere stati “triggerati”: aver detto qualcosa che vorremmo non aver detto o aver reagito in un modo che non è stato utile, a causa di una provocazione esterna.
In realtà spesso le nostre reazioni dipendono da automatismi interni, che innescano le nostre risposte impulsive per via di un legame di causa effetto che si è costituito nel nostro passato…cambiare quindi le nostre risposte impulsive significa rinunciare al nostro passato, e ad un’identità che ci siamo costruiti sulla base di questo ma che adesso ci imprigiona come una gabbia, o come una pesante armatura…
Essere stati vittime di ingiustizie, costretti nell’impotenza di non potere agire liberamente, vissuti in un clima di insicurezza, critica e disapprovazione…questo porta con sé, oltre alla nostra reattività impulsiva, anche l’identità della “vittima” deresponsabilizzata che ingiustamente ha subìto…identità che potrebbe ormai essere obsoleta e aver fatto il suo tempo!
Benché la nostra storia possa essere più che vera, quale potrebbe essere un modo per interrompere comunque le nostre risposte impulsive e fare una scelta diversa? Saper restare a contatto col vuoto, con l’incertezza, con il vuoto di definizione dell’io, di un’identità forte che ci porta però a risposte ripetitive e inutili, ci apre la porta alle infinite, possibili scelte diverse che potremmo compiere invece di quelle abituali e lasciare entrare il rinnovamento nella nostra vita.
Ognuno di noi è vincolato al proprio modo abituale di vedere il mondo e sé stesso, ma il modo in cui rispondiamo alle situazioni “critiche”, determina di fatto e in gran parte quanta pace e libertà possiamo sperimentare nella nostra vita.
Così la primavera ci invita al rinnovamento, proprio come Persefone nel mito lascia l’inferno e rivolge i suoi passi verso la vita e la luce…
Così la nuova luce gioiosa di aprile, che allunga velocemente le giornate può aiutarci a vedere i modi in cui restiamo intrappolati e “agganciati” da risposte abituali alla vita e come potremmo apprendere a scegliere un altro modo, sperimentando così una vita di libertà, gioia e nuova felicità. senza paura, e ricca di vitalità…forse quello del germoglio, della gemma e del fiore che sbocciano è il vero risveglio spirituale?
Quanto coraggio ci vuole a sbocciare? dopo la triste esperienza dell’inverno che ci ha strappato la gioia di dosso, seccato le foglie, gelato il nutrimento e la terra, ghiacciato l’acqua e la vita dentro di noi.
Quando ancora i giorni sono brevi e il sole non ci assicura che splenderà anche domani per riscaldarci.
Quando non abbiamo nessuna certezza della stabilità del cielo, della temperatura e delle condizioni, l’unica certezza è la nostra natura che riprende a scorrere.
Mettendo tutte le nostre poche forze, le nostre speranze, in qualcosa di tenero e fragile come dei petali di fiore delicati e leggeri, riconoscendo che così siamo noi e la nostra essenza, unica bellissima e impalpabile.
Quando la nostra sola forza sta nell’aprirci e sorridere, piena di colori e bellezza, non tanto sperando che nel mondo ci sia qualcosa o qualcuno che si accorga di noi, ma semplicemente perché questo è il nostro compito, la nostra natura e non possiamo farne a meno: sbocciare, sbocciare ancora e ancora, ancora una volta perché nessuno potrà sbocciare per noi, nel nostro unico e splendido modo.
E sarà allora che incontreremo il vento, qualche goccia di pioggia un ronzio, e la nostra incredibile fioritura troverà il suo senso nel mondo.
Siamo immersi in un mondo artificiale, ormai ce ne siamo accorti. Luce artificiale, realtà virtuale, trasporti supersonici, pavimenti lisci, case riscaldate, elettrodomestici intelligenti…persino intelligenza artificiale, dove complessi algoritmi ci risparmiano la fatica di riorganizzare la conoscenza. In questo universo adattato e facilitato, che innegabilmente ci porta dei vantaggi, nel tentativo di alleggerirci abbiamo però perso sempre di più il contatto col corpo, con i suoi delicati sistemi di equilibrio tra la nostra soggettività, l’ambiente e l’espressione fisica della nostra persona…Persona intesa nella sua interezza, dato che l’ipotesi della dualità mente/corpo sembra ormai essere definitivamente superata, e nonostante le nostre abilità di metacognizione tendano invece, costantemente, a sdoppiare la nostra soggettività in questi due fattori, creandoci non pochi problemi.
L’ambiente naturale è un particolare tipo di ambiente, al quale ci accostiamo con difficoltà e sempre con protezioni e cautele. Da millenni ormai siamo portati a considerare la natura come una proprietà da sfruttare e possedere, ed essendo immersi in un mondo sempre più artificiale e frutto del pensiero, difficilmente ricordiamo che il nostro stesso corpo è un elemento naturale che deve necessariamente regolarsi e con-vivere con gli altri viventi.
Nel corso delle ricerche sulla terapia forestale ( si veda ad esempio Donelli et al., Forests 2023 oppure Donelli et al., IJERPH 2023) emerge chiaramente come tutti i sistemi vitali umani risentano beneficamente del contatto con un ambiente il più possibile naturale, ricco di biodiversità e coerente nei suoi diversi aspetti, proprio perché questo è l’ambiente in cui la nostra specie ha completato la sua evoluzione. Di conseguenza anche i nostri stati emotivi, basati sugli umori corporei come definiti già nella biologia e nella patologia di Ippocrate e Galeno e che noi oggi descriviamo più accuratamente come neurotrasmettitori ed ormoni, sono mediatori del rapporto tra i nostri stati mentali e stati corporei. Questi perciò risentono positivamente dell’immersione forestale, in un processo che secondo Ippocrate di Kos è la vis medicatrix naturae, concetto simile all’organicità come intesa da Gregory Bateson nei suoi scritti e che si riferisce all’intelligenza interiore che ci spinge ad evolverci. (Bateson, G. (1977), Verso un’ecologia della mente, Milano, Adelphi e Bateson, G. (1984), Mente e natura, un’unità necessaria, Milano, Adelphi.
Attualmente in psicologia ci si rivolge sempre più al corpo oltre che al pensiero e alla cognizione, corpo visto non soltanto come il palcoscenico neutrale sul quale stati mentali variamente disfunzionali mettono in scena il disagio e la sofferenza, provocando malattie e disturbi di origine “psicosomatica” (e ci sarebbe poi da definire quali non lo siano, in una prospettiva epigenetica in cui i contributi all’insorgere di una patologia sono molteplici, incluso appunto tutto ciò che è psico).
Perciò, corpo visto anche e soprattutto come protagonista ( e chi se no?) partecipe della guarigione, testimone di traumi e sofferenze ma anche del rimarginarsi di vecchie ferite, quella base sicura su cui possiamo sempre contare come un referente di ciò che avviene, mentre attraversiamo le nostre esperienze e rispondiamo ad esse continuamente con alterazioni dei nostri stati fisiologici. Gli esercizi di consapevolezza corporea, ad esempio praticando la mindfulness in ambiente naturale, ci permettono di riconoscere la relazione semplice ed immediata con ciò che sta fuori di noi e allo stesso tempo con le nostre risposte corporee, per lo più ignorate, entrando in una relazione di apertura ed accettazione verso noi stessi che ci orienta alla salute (la prospettiva della self compassion è proprio questa)…così come le foglie si orientano e rispondono in modo naturale e spontaneo, perfettamente adeguate e partecipi al richiamo del vento, e al tocco del sole.
Saremo nella Pineta del Tombolo di Cecina, riserva biogenetica e luogo magico, un vero regalo che attende il pellegrino alla fine del cammino Francigena-Mare da Certaldo e Gambassi fino appunto alla Pineta. Particolarmente accogliente nelle stagioni meno frequentate è sempre lì a proteggerci dai raggi del sole troppo caldi e dal vento quando gonfia il Tirreno, che sale a lambire i primi avamposti degli alberi. Noi la percorreremo nei tratti meno frequentati toccando anche la spiaggia in diversi punti. In Pineta, tra Bibbona e Cecina Mare non ci sono punti ristoro nè punti per rifornirsi d’acqua.
Ritrovo in via della Pineta a Cecina, nei pressi dell’eliporto prima del ponte sul fosso nuovo.
Punto mappa: https://maps.app.goo.gl/fhmNB64sfUuabMXTA
La pausa pranzo sarà alle ore 13, chi non desidera fermarsi nel pomeriggio, potrà interrompere l’esperienza in questo momento.
Rientro al parcheggio alle ore 17.30 circa
INFORMAZIONI TECNICHE
L’escursione di livello E secondo la classificazione CAI, non presenta particolari difficoltà tecniche per persone allenate a questo tipo di attività.
• Punto di ritrovo: via della Pineta a Cecina (LI) > la sosta non è a pagamento
• Punto mappa: https://maps.app.goo.gl/fhmNB64sfUuabMXTA
• Difficolta’: E (Escursionistico) – Itinerario su sentieri ben tracciati, mulattiera, sterrata e brevi tratti di asfalto, adatto a persone mediamente allenate in buona forma fisica.
• Dislivello complessivo in salita: non c’è dislivello
• Totale percorrenza:mattina km.3 totale km.8
• Tempi totali di percorrenza: mattina 1hr totale 2.30hr circa di cammino oltre le soste
• Orario di ritrovo: ore 9:30
• Termine attività ore 17.00
• Prenotazione obbligatoria entro le ore 12 del giorno precedente compilando questo modulo https://forms.gle/SN3japGMEnXzVgTf6
L’escursione si svolgerà con un minimo di 6 partecipanti e un massimo di 15
Quota di partecipazione: 18€
La quota comprende: organizzazione e coordinamento, tutte le conduzioni e la Terapia Forestale, servizio Guida ambientale escursionistica ed assicurazione RCT (non comprende l’assicurazione infortuni per gli accompagnati)
ABBIGLIAMENTO e ATTREZZATURA:
Sono obbligatori gli scarponcini da trekking (meglio se alti alla caviglia) o scarpe da trail running, (cammineremo tra fango, sentieri e sabbia) un capo anti vento e anti pioggia, abbigliamento comodo e a strati, cappello, snack/frutta, riserva d’acqua almeno 1,5 lt. e pranzo al sacco, un telo per sedersi o stendersi durante le pause meditative. TUTTO DEVE ESSERE CONTENUTO NELLO ZAINETTO DA GIORNATA.
Bastoncini da trekking facoltativi.
La guida si riserva di cancellare o variare il programma della giornata a seconda delle condizioni meteo o per garantire il benessere di tutti i partecipanti a suo insindacabile giudizio. In caso di annullamento le cifre versate per l’iscrizione verranno interamente restituite.
CONDUZIONE DELLA GIORNATA
La conduzione della giornata sarà da parte di Patrizia Garberi, PhD Psicologa Psicoterapeuta, OPT 7693 insegnante di meditazione e istruttrice senior di protocolli basati sulla Mindfulness, artista arteterapeuta, esperta di Terapia Forestale e Guida Ambientale Escursionistica, AIGAE TO1137 professione svolta ai sensi della legge 4/2013